ChristmaRs Carol

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PrincesMonica
view post Posted on 3/1/2011, 23:53




Titolo: ChristmaRs Carol

Autrice: PrincesMonica

Rating: per tutti

Disclaimer: Non conosco Jared Leto, anche se ci sto lavorando, e tanto meno la guest star della storia, Gerard Way. Non scrivo a scopo di lucro, ma solo per divertimento personale e divertimento di chi mi sta accanto e mi sopporta.

Note: la storia presente è ovviamente presa spunto dalla più celebre Christmas Carol di Dickens. Non ho la pretesa di averlo plagiato, ma solo preso lo schema della sua storia e girato in favore di Jared.




Vorrei dedicare questa storia a due persone speciali per me, presenti nella mia vita ogni giorno.

A Daniela, con la quale è nata un'amicizia virtuale data la lontananza, ma con la quale, all'inizio, ci siamo scontrate alla grande.

E alla mia Sorellina Michela. Con lei fin da subito è nato qualcosa di speciale e continua ad esserci, perchè spesso solo lei mi capisce.




Ragazze vi voglio bene.




PROLOGO




Spense la TV.

Già normalmente la guardava poco, tra che era sempre in giro per il mondo e quando era a casa non perdeva nessun istante e lavorava, ma sotto le feste la guardava ancora meno.

Sempre i soliti programmi, i soliti film, il solito buonismo.

Jared odiava il Natale.

Anzi, non era del tutto vero, non è che lo odiava, solo che lo trovava estenuante ed inutile. Preferiva di gran lunga il Capodanno, dove poteva sfogarsi del tutto. Sbuffò allo schermo scuro: aveva provato a mettere un concerto, in Europa, la vigilia di Natale, dopo che aveva proposto quello di Las Vegas, ma tutti lo avevano fulminato. Shannon lo aveva preso a sberle, Tomo si era messo a insultarlo in Croato ed Emma lo aveva guardato con quei suoi occhioni enormi colmi di disperazione all'idea di passare le vacanze con loro e non con i suoi genitori e il suo, ancora forse per poco, fidanzato, in Australia. Aveva capito che non poteva chiedere anche questo ai suoi amici e alla sua Crew e aveva desistito quasi subito.

E ora, serata della vigilia, lui era li, solo con il suo cane che dormiva placido sul tappeto. Non aveva neppure voglia di trovarsi compagnia femminile, il Natale lo smontava proprio del tutto.

Diede un ultimo sguardo a Twitter, indeciso o meno se scrivere qualcosa. C'era calma piatta, le poche Echelon che gli scrivevano si limitavano a fargli gli auguri di buone feste.

Noia e fastidio.

Spense il Mac e andò in camera da letto: otto si sera alla Viglia di Natale. Si poteva andare a dormire? No e quindi si prese un libro che aveva ricevuto da alcune Fans in Italia e sfogliò poco interessato le varie pagine, guardando le facce di coloro che facevano street team per i Mars e li supportavano attivamente. Facce simili, eppure tutte diverse, tutte felici e sorridenti mentre facevano il loro lavoro. Ne riconobbe alcune, si commosse su un capitolo speciale, e si mise a ridere di gusto a guardare cosa erano disposti a fare gli Echelon per loro. Striscioni, triad per strada, torte e regali.

Guardò l'orologio che segnava ormai le nove e mezza.

“Ok, dormo, così nessuno mi può disturbare e non sento l'arrivo di sto maledetto Natale.”

Spense il BlackBerry e staccò la spina del telefono di casa. Ormai era isolato da tutto, poteva dirsi tranquillo. Diede un'ultima grattatina dietro all'orecchio di Lucifero che lo salutò sbadigliando, e si infilò sotto le coperte nella sua mise abituale: petto nudo e pantaloni neri di seta. Gli piaceva coccolarsi.

Chiuse gli occhi cercando di ricordarsi l'ultimo vero Natale passato in maniera felice, ma si addormentò prima che questo accadesse.


 
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PrincesMonica
view post Posted on 8/1/2011, 15:31




Capitolo 1: sorprese inaspettate


Stava cantando sul palco. Era stato un concerto fantastico, pieno di carica ed energia. Il pubblico stava interagendo alla grandissima e lui si sentiva il padrone del mondo.

Poi il panico: Shannon aveva appena dato l'attacco per “Edge of the Earth” e lui si era messo a fissarlo inebetito: non ricordava le parole. Provò a far cantare la gente, ma il pubblico era tutto sparito. C'era solo lui sul palco, con un occhio di bue che lo puntava e basta. Provava a parlare, ma la voce non usciva.

E poi solo una voce che lo chiamava.

“Jared... Jared... e che cazzo, svegliati!”

Aprì gli occhi di scatto e si ritrovò nella sua stanza.

“Solo un incubo...” mormorò sollevato.

“Cristo santo, un incubo? Sembravi in coma, ho avuto problemi a svegliarti!” Jared si rese conto di non essere da solo. Davanti a lui stava un uomo dai capelli Rossi Fiammanti, occhi verdi come un gatto e volto dai lineamenti dolci, quasi quanto quelli di un bambino. “Stavo per spararti con la pistola dei Kill Joy.”

Gerard Way era in casa sua. Che ci faceva li? Oltretutto vestito come un perfetto coglione: giacca azzurra con delle strisce rosse e bianche sulle spalle, una maglietta a maniche lunghe nera, un paio di jeans grigi sdruciti e gli stivali da cow boy colorati. Senza dimenticare il cinturone per la pistola, i guanti di cuoio neri e una mascherina da carnevale gialla sul mento.

“Come diavolo sei entrato? E, soprattutto, che cazzo ci fai alla Vigilia di Natale a casa mia?”

Gerard lo guardò sorridendo.

“Sono qui, ma in realtà non sono qui.”

Jared chiuse gli occhi con un principio di Mal di testa incombente. Voleva bene a Gerard, in maniera ovviamente virile tra uomini, lo trovava un ottimo cantante e un tipo del tutto tranquillo, soprattutto da quando era diventato padre, ma non riusciva a sopportare la filosofia spicciola all'una di notte.

“Senti, non ho voglia di fare discorsi troppo seri, quindi ci vediamo domani, ok?”

“Oh no, ho pochi minuti per spiegarti quello a cui andrai in contro questa notte. Io sono solo un messaggero.”

“Messaggero?”

“Sì! Riceverai tre visite questa notte...” Jared sgranò gli occhi e si alzò dal letto repentino.

“Ehy ehy ehy, fermo li. E' uno scherzo di Shannon vero? Ti ha contattato per prendermi per il culo.”

Gerard lo guardò con la sua migliore espressione da assassino che tanto faceva andare in visibilio le sue fans.

“Senti, sono stato mandato qui da una entità superiore. Il fatto che abbia l'aspetto di Gerard Way... è solo dovuto alla tua fantasia malata. Io, personalmente, avrei preferito una bella bionda in costume da bagno, o quella moretta che c'è nel tuo video... spetta, come si chiama... si dai, quella che ti sculacci...”

“Natalie?”

“Sì lei.” Fece Gerard felice “Comunque hai scelto me e ti devi accontentare. Quindi ora chiudi quella cazzo di bocca e ascoltami!”

“Tu non stai bene....”Mormorò Jared non ancora convinto e cercando di dargli una pacca sulla spalla, ma trapassandolo come se fosse fatto di nebbia. Gerard Sorrise.

“Io sono semplicemente uno spirito, Jared Joseph Leto, uno spirito venuto ad avvisarti che questa notte farai i conti con te stesso e la tua solitudine. Oltre al tuo pessimo carattere sotto le feste.”

“Io non ho un pessimo carattere.”

L'occhiata Obliqua che gli lanciò lo spirito gli fece chiaramente capire che lui non gli credeva.

Gerard guardò l'orologio e si sfregò le mani.

“Bene, è ora di andare. Tra breve sarà tempo di aprire i regali con Bandit e ho bisogno di un po' di riposo, certo non di passare la mia notte con te. Non sei neanche il mio tipo, oltretutto.”

“Io sono il tipo di tutti! Io sono perfetto!” ribattè Jared punto sul vivo.

“Sì, credici pure. Bye bye KillJoy!” e sparì.

Jared tornò ad essere solo. L'unica luce proveniva dal piccolo lampione nel suo vialetto e il led della sveglia segnava l'una e tredici minuti.

“Ho sempre odiato quel fottutissimo Dickens!”

Sarebbe stata una lunga notte.


 
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-Micky86-
view post Posted on 10/1/2011, 16:21




mwahahahah, lo sai vero che amo questa storia? anche perchè, nonostante non conosca personalmente Jared, io sono convinta che quello che hai scritto sia molto reale :)
 
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shasca
view post Posted on 10/1/2011, 22:49




Molto bella!! aspetto il continuo
:-hi-:
 
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TheCow
view post Posted on 11/1/2011, 00:06




Fantastica!!!!
Amo qst storia, originale e non!
Oddio, rido già pensando al seguito....brava Monica, posta presto!!!! :=X:
 
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PrincesMonica
view post Posted on 12/1/2011, 23:45




@Miky: la tua firma è da sbavo!!! Natalie *__* ah ok, anche Jared :lol:

Capitolo 2: Lo spirito del Natale passato




Jared aveva capito benissimo che non avrebbe chiuso occhio. L'arrivo di tre spiriti comportava una notte insonne e siccome voleva che tutto fosse sotto il suo controllo, doveva restare sveglio e vigile.

Si prese una Red Bull contro qualsiasi possibile voglia di dormire e si mise anche la maglia del pigiama. Doveva dare una parvenza di serietà.

Il suo cane dormiva ancora, del tutto ignaro di ciò che sarebbe successo. Guardò fuori dalla finestra dove il nulla stava imperversando, poi si voltò e mollò un urlo.

Davanti a lui stava una ragazza. Era alta quasi quanto lui, capelli lunghi e castani e lisci. Il volto di un ovale un po' allungato, con due occhi castani un po' allungati, il naso a patata e una bocca bella grande.

Una felpa larga nascondeva le forme procaci. Jared notò al polso una wrist.

Fantastico, il primo spirito era una Echelon.

“Scusa, non volevo spaventarti.”

“Allora la prossima volta fatti annunciare, suona il campanello!”

“Mamma mia come siano nervosi!”

Jared si massaggiò le tempie. Non potevano arrivargli spiriti gentili ed accomodanti?

“Ok, dimmi quello che mi vuoi dire e poi vai...”

“Ce lo aveva detto lo Spirito Gerard che hai un caratteraccio, ma non pensavo fossi così antipatico. Ma lo sei di natura o è un bonus Natalizio?” Prima che lui replicasse, la Spirita riprese. “Io sono lo Spirito del Natale Passato.”

“E da dove vieni?”

“Dal passato. Da tutti i luoghi e da nessun luogo.”

“Ok, stop, basta metafisica.” Lei sbuffò.

“Senti un po', prima chiedi e poi non vuoi le risposte, ma sei impossibile.” Gesticolava parecchio con quell'accento pesantissimo sull'inglese piuttosto casalingo. Adesso la ricordava, era una delle Echelon del libro che aveva letto prima di andare a letto.

“Che nick hai su Twitter?”

“Micky6277, perchè?”

“Uhm... curiosità. Allora, che vuoi fare?”

“Mostrarti il momento in cui hai dimenticato il Natale. Andiamo.”

Quasi con Timore, lo Spirito gli prese la mano, come se non potesse crederci. Jared sentì la mano fresca della ragazza e si fece trasportare attraverso il muro. Il suo cane non si accorse di niente.

In breve arrivarono davanti ad un locale. Era uno di quei bar dove i ragazzi, appena terminavano la scuola, andavano a prendersi un frappè. Lo riconobbe subito, era il locale dove andavano lui e Shannon durante il liceo. Almeno in quei giorni nei quali decideva di andarci. Vide sbalordito alcuni dei suoi compagni di classe entrare, un po' infreddoliti e sorpresi per quella Vigilia di Natale così inaspettata a causa del freddo.

“Il City Park...” Mormorò sopraffatto dalla nostalgia.

“Già, era un posto che ti piaceva eh?”

Lui annuì e basta.

Entrarono insieme, invisibili a tutti, lui con il suo bel pigiama di seta nera e le pantofole, lei come una normale ragazza con jeans e felpa, ma del tutto fuori moda per gli anni '80.

Jared si guardava intorno divertito: mamma mia, erano orrendi.

“E perchè mi avresti portato qui?”

Micky indicò una ragazza carina, ma non di quelle terribilmente appariscenti. Capelli castani a caschetto, con la frangetta corta, un bel maglioncino accollato rosa e un paio di pantaloni neri semplici. E guardava Jared con occhi sognanti. Un Jared di 17 anni, alle prese con una patatina fritta da immergere nel Ketchup. Era seduto in un angolo, con un leggero broncio, i capelli mossi e lunghi raccolti in una coda Portava una giacca da studente con i colori sociali della scuola, il rosso e il giallo, e non sembrava felice di essere li.

“Te la ricordi?”

“Ester Hill. La mia cotta al liceo, impossibile da dimenticare.”

“Eppure quella sera l'hai scordata in fretta...”

“Stai scherzando? Non mi ha mai calcolato neanche di striscio, era una troppo importante, non poteva avere un interesse per uno come me... ero troppo in basso nella scala sociale.”

“Eppure guarda come ti osserva. Credimi quella era cotto.” Jared non era molto convinto e continuò a guardarsi mentre mangiava svogliato. Non ricordava quella particolare vigilia di Natale, le canzoni che si ascoltavano erano le stesse Carole odiose che sentiva anche nel presente e che detestava. Quel buonismo falso ed ipocrita! “Certo che eri “

“Smettila. Che mi potevo divertire a fare? Erano tutti eccitati e felici per il Natale. Che c'è poi di così incredibile in questa festa? L'albero? I regali? La nascita di Gesù? Che poi, parliamone, è stato scientificamente provato che Gesù Cristo non è nato il 25 di dicembre. La scelta del giorno è puramente arbitraria.”

“Ma smettila, che rompipalle che sei.”

“Lo dici perchè sai che io ho ragione, come sempre del resto!” e rise diabolico.

“Cazzate. Comunque guarda la tua Ester.”

Jared guardò la sua ex fiamma e la vide parlottare con le sue amiche del cuore.

“Allora vado...”

“Ester no, non è il Leto giusto.”

“Shannon non mi piace...troppo bullo. Jared è perfetto.”

Il Jared in pigiama ridacchiò.

“Ha detto che sono perfetto... sentito.”

“Egocentrico del cazzo...” mormorò lo spirito.

Ester si avviò a passo certo verso il Jared Adolescente e gli sorrise.

“Ciao Leto, buon Natale.” lui rispose con un borbottio. “Come stai?”

“Bene.” Rispose alzando le spalle. “Siamo qui.”

“Tu vai al ballo di Sandy a Capodanno?”

“Uhm... non credo. Non sono stato invitato ed, inoltre, non mi piacciono le feste.”

“Come no? Guarda quanto sono tutti felici.” Lui sbuffò.

“Felici di cosa? Di stare a casa da scuola? Bhe li capisco, ma che altro c'è di buono?” Ester rimase un po' scioccata da quella presa di posizione e perse un po' del suo sorriso.

“Ma... insomma... ti...”

“Arrivo Shan! Ciao e divertiti Ester. Ci vediamo a scuola a Gennaio.” e la lasciò li, delusa e amareggiata.

“Povera, ti stava chiedendo di accompagnarla alla festa di Sandy.”

Jared in pigiama rimase a bocca aperta. Non ricordava assolutamente quella scena della sua vita. “e tu l'hai praticamente liquidata. Se ti interessa saperlo, oggi è sposata con un assicuratore. Ha due figli, un cane e una villetta. Vita ordinaria, ma felice.”

“Lei no... insomma, non aveva mai mostrato interesse...”

“Si certo, credici se ti fa felice. Infatti lei è la che piagnucola disperata perchè l'hai appena scaricata.”Micky sospirò “Eri talmente perso nel tuo malumore che hai buttato al vento un'opportunità. La tua prima opportunità di essere felice con una ragazza che ti apprezzava per quello che eri. E adesso quante persone fanno lo stesso?”

“Cosa stai cercando di dirmi?”

“Che il Natale è un momento di comunione, felicità e condivisione e tu lo hai abbandonato. Non è triste?” Jared non rispose e Micky lo portò verso l'uscita. “Vedrai che alla fine della notte avrai imparato cosa è il vero spirito del Natale!!”

Ester lo aveva voluto.

Lui l'aveva ignorata.

Perchè? Di norma captava un messaggio di interesse da parte di una donna ad un miglio di distanza, com'era stato possibile non capire Ester?

Era veramente a causa del suo poco interesse al Natale? In effetti da quel giorno in poi non aveva mai veramente sentito il Natale, anzi, lo aveva veramente odiato.

Scrollò il capo quando tornò in casa sua.

Il cane dormiva ancora, come cane da guardia era pessimo pensò critico, poi guardò lo Spirito che stava osservando con occhio critico l'armatura di Efestione, ricordo di Alexander.

“Ti piace?”

“Sì, molto. Bene, io ho finito. Mi raccomando, rammenta bene la prima lezione!! Bhuahahahahahhah” La risata diabolica si spense in una serie di colpi di tosse ben poco intimidenti.

“Scusa... le mie amiche dicono che dovrei fare una gita a Lourdes per avere una qualche possibilità di guarire. Sto sempre male... ai tuoi concerti poi, sempre peggio. Credo che sia colpa tua. Si, è certamente colpa tua. Sei un dispersore di microbi mica male.”

Jared sbuffò.

“Eh certo, deve sempre essere colpa mia, se tu stai male, se ci sono un gruppo di FanGirl che urlano come delle pazze, se non mi piace il Natale... certo, cazzo, è sempre colpa mia, vero?”

Si rese conto di urlare al nulla.

Era nuovamente solo.

Con un cane che dormiva.


continua
 
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PrincesMonica
view post Posted on 27/1/2011, 14:31




Capitolo tre: Lo spirito del Natale Presente




Lucifero si era svegliato: aveva sbadigliato, si era alzato per fare un po' di stretching ed era ritornato ad acciambellarsi sul suo tappeto. Jared scosse il capo: avrebbe dovuto portarlo ad un corso canino per difesa.

“Sì, e quando ho tempo per farglielo fare?”

Prese il cartone del suo succo di frutta preferito ai frutti rossi e un bicchiere. Stava quasi per bere, quando suonò il campanello.

Fissò l'orologio: le due e quarantasei. Posò il bicchiere ed andò ad aprire.

Si ritrovò una ragazza bassina, con i capelli neri corti a caschetto. Lo sguardo scintillante di ironia ed intelligenza. Labbra sottili e un nasino dritto e piccolo. Aveva un cappellino grigio di lana in testa, un cappotto lungo grigio, serio, che le scivolava perfettamente addosso, anche perchè era piuttosto minuta.

“Sì?”

“Sei pronto per andare a vedere il Natale presente?” Jared alzò un sopracciglio poco convinto.

“E tu saresti un fantasma?”

“Modera i termini! Io sono uno spirito superiore. Non che voglia usare la mia Autorità per darmi importanza, ma i fantasmi sono tutta un'altra cosa, echi di persone che non hanno lasciato del tutto il mondo terreno. Noi spiriti, invece, siamo essenza...”

“Ok, ok, ho afferrato il concetto. Sei un gradino sopra ai fantasmi. Dimmi quello che vuoi dirmi che poi torno a letto.”

Lo spirito arricciò le labbra e corrugò la fronte, assottigliò gli occhi e scoccò la sua migliore occhiata da MOD cattiva ed inviperita. Jared fece un balzo indietro: lui era abituatissimo a lanciare occhiate simili a ragazzine urlanti ed infatuate di lui che cercavano di spogliarlo ad ogni concerto, ma l'espressione di quella piccola bambolina di porcellana era riuscita a spaventare anche lui.

“Dovresti essere più garbato. Mi sono anche premunita di suonare il campanello come mi ha riferito Micky. Che caratteraccio, Gerard aveva ragione.”

“Appena lo vedo, lo picchio. Mi sta dipingendo come un orco.”

Notò solo in quel momento l'ennesima Wrist al polso.

“Ma tutte Echelon questa notte? Non potevate dormire?”

“Hai passato la notte a sfogliare il book che ti abbiamo regalato, è ovvio che ci sogni. Evidentemente il tuo inconscio lavora per te. E ora ti pregherei di muoverti, abbiamo una tappa importante per la tua crescita emotiva. Come on, come on.*”

Jared sospirò e prese la mano tesa della donna. Era calda e rassicurante, nonostante la stretta fosse forte, sicura. A quanto pare era una persona decisa e determinata.

Sparirono dalla Mars House e si ritrovò davanti ad una casa conosciutissima: quella di sua madre. Sulla porta bianca faceva sfoggio una grandissima ghirlanda verde con delle decorazioni rosse e dorate. Attorno alle finestre le luminarie spandevano ad intermittenza la loro luce felice.

“Perchè mi hai portato qui?”

“Perchè non posso portarti in tutte le case delle Echelon del mondo. Non ci basta il tempo. E poi è questa la tua famiglia nello stretto senso del termine.” superarono la porta chiusa e si ritrovarono nel familiare salotto.

Davanti a Jared c'era un grandissimo albero finto, sua madre ci teneva a non tagliare nessun vero albero, con delle scintillanti decorazioni azzurre e argentate. In cima una bellissima stella gigante.

“Che carina questa pallina... stona con tutto il resto, ma è bella no?”

Lo spirito gli stava mostrando una palla di natale color argento: era stata dipinta con un tratto incerto di bambino. Il colore rosso della tempera stonava un po' con il resto, ma la pallina era stata messa in posizione centrale, in modo che si vedesse più che bene. Jared passò un dito sull'ondina rossa sulla pallina e non commentò. Che doveva dire? Sapeva perchè sua madre teneva quel cimelio del passato, semplicemente perchè gliela aveva regalata lui quando aveva 5 anni, l'ultimo Natale che aveva festeggiato anche con suo padre. Quella pallina era un simbolo dell'amore del Jared bambino per lei.

Per evitare pensieri tristi, Jared spostò lo sguardo sulla tavola: erano rimasti solo i bicchieri e i piattini da dolce vuoti, dato che la cena era ben che terminata. Solo un posto, era perfettamente apparecchiato ed intonso.

“Jared non risponde al telefono. Anzi, è proprio spento.” La voce di sua madre lo risvegliò da un torpore strano. Stava benissimo, i lunghi capelli biondi scendevano liberi sulla schiena. Indossava un maglioncino di cashemir rosso e una gonna scozzese lunga che le stava divinamente. Jared Sorrise: adorava sua madre, anche se era Natale.

“Lo sai come è fatto quell'idiota.” Ecco suo fratello... “...quando arriva Natale diventa più scorbutico del Grinch. Lascialo perdere, mamma, appena arriva Capodanno uscirà dal suo letargo festaiolo.”

Constance abbassò gli occhi, tormentandosi le mani.

“Lo so, ma avevo apparecchiato anche per lui. Speravo che quest'anno venisse alla cena.” Sospirò.” è tutta colpa mia, Shan. Se non vi avessi riempito la testa con tutte quelle idee hippie sulle feste, adesso lui sarebbe qui.” Shannon sbuffò quasi arrabbiato e Jared lo capì. Entrambi i fratelli Leto odiavano vedere la mamma triste e da sempre avevano fatto tutto il possibile perchè ciò non accadesse.

“Cazzate Ma! Anche io mi sono sorbito le tue teorie Hippie eppure sono qui a scartare i regali con te e la nonna. Non è colpa tua se quell'imbecille ha deciso di fare vita ritirata alla Vigilia, è solo colpa sua! Perchè non vuole capire che questi momenti sono importanti. Anzi, non si preoccupa neanche perchè è troppo preso da sé stesso per rendersi conto di quello che prova la gente intorno a lui.”

Jared rimase colpito dalle parole del Fratello. Possibile che stesse veramente diventando così? Possibile che non gli interessasse per nulla la gente che gli voleva bene?

Ricordò anche lo sguardo implorante di sua madre quando gli aveva chiesto di andare a cena da lei. Lui aveva scosso il capo e aveva declinato. Quasi gli parve di sentire il suo cuore spezzarsi per la delusione. Diamine, che cazzata aveva fatto?

“Sentite voi due, Jared è adulto e vaccinato e ha preso la sua scelta. Non gli piace il Natale, non possiamo farci niente. Vorrà dire che organizzeremo una cena prima che partiate per il prossimo tour dove non ci saranno alberi, palline, lucette e regali e la famiglia sarà nuovamente unita. In fondo questo è quello che conta.” Sua nonna ormai era invecchiata. Teneva duro perchè aveva sempre avuto una forza in sé molto potente, ma dietro le lenti spesse vide un dolore sordo. Capì nell'immediato che sua nonna aveva paura di non poter passare altre giorni di festa con entrambi i nipoti.

“Adesso capisci che cosa perdi? La tua famiglia, quello che ti lega al passato, quando ancora eri felice e credevi che il mondo fosse buono. Quella parte di bambino che hai perso. Non ti manca?” Lo spirito lo guardò quasi con una punta di compassione e gli sorrise tenera. “Sei ancora in tempo sai?”

“Non pensavo che mamma la prendesse così male. Ero convinto che sapesse come la penso.”

“Non hai capito.” Fece lei quasi spazientita. “Andiamo, qui non abbiamo più niente da vedere.”

Jared toccò nuovamente la sua vecchia pallina deglutendo sconfitto da un sentimento che non provava da anni immemori, il senso di colpa.

“E allora, ti muovi?”

“Sì, arrivo piccola despota!” sbottò contrito.

“Non sono una despota, semmai una dea... Athena è il mio nome... dea della Sapienza! Ed è perchè tu possa sapere che sto passando la notte con te.”

Camminarono vicini nella notte buia, invisibili a tutti.

“Che cosa succederà a mia nonna?” Athena lo guardò senza capire.

“Non lo so, la vita non è scritta, ricordatelo. Può essere cambiata giorno dopo giorno, sta a te decidere come viverla.” sospirò “Ti ho fatto vedere cosa è successo stasera da tua madre per farti capire che rischi di perdere qualcosa di importante. È vero che la famiglia si riunisce solo durante le feste natalizie, ma il Natale... è comunque qualcosa di importante e non solo per la festa religiosa.” Arrivarono alla casa di Jared. Athena lo guardò severa. “Sei ancora in tempo. Pensaci.” Poi sorrise sbarazzina “E salutami il prossimo spirito. Vedrai che ti divertirai un mondo con lei!”

“Un'altra Echelon?”

“Ovviamente. In fondo... siamo la tua Disfunzionale famiglia e il Natale si festeggia in famiglia! E anche quello futuro. Buona serata, Jared.”

“Buona serata Athena.”

E Jared tornò ad attendere.




*Sul Palco Jared spesso dice Come on come on per esortare il pubblico, specie quando deve salire sul palco o cantare Closer to the Edge.


 
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PrincesMonica
view post Posted on 14/2/2011, 20:28




Capitolo 4: Lo Spirito del Natale Futuro




A quanto pareva l'ultimo spirito si stava facendo attendere. Erano quasi le 6, fuori i primi uccellini già stavano cantando e Lucifero, strano a dirsi era corso in giardino a dar loro la caccia.

Jared stava per addormentarsi, invece. Sperò veramente che lo spirito si fosse rifiutato di venire a fargli vedere il futuro Natale e fosse andato a dormire anche lui.

Sbadigliò spalancando la bocca e stiracchiandosi un po' in maniera decisamente poco elegante.

“Non ti ha mai detto nessuno che si mette la mano davanti alla bocca?”

“Uh?” a quanto pareva, lo spirito era arrivato. “Oh mamma...”

Non aveva proprio bisogno di vedere la wrist, lei era totalmente vestita da Echelon: indossava la felpa con la Triad davanti e il testo di 100 Suns dietro, dei Jeans neri, con due Triad sulle tasche. Orecchini con i plettri dei Mars, una borsetta con Fenice, X e freccia, senza dimenticare i Glyphy, e la scritta Echelon sul polso, tatuata a vita.

Capelli lunghi e mossi, di un rosso mogano intenso, occhiali Azzurri e un sorriso smagliante.

“Certo, i tuoi denti sono bellissimo comunque, anche se hai le otturazioni scure. Ma non importa.”

Jared guardò la figura non proprio longilinea, più bassa di lui: l'aveva riconosciuta quasi subito. L'aveva vista a parecchie date in giro per l'Europa ed era una peperina. Gli occhi castani lo guardavano maliziosi e scintillanti.

“Lasciami indovinare: sei lo Spirito del Natale futuro.”

“Sei proprio intelligente come dicono!”

“Mi stai prendendo in giro?”

“Ovvio. È uno dei miei sport preferiti. Dai muovi quel tuo bel culetto, che il futuro ci aspetta!!”

Jared si massaggiò le tempie: la stanchezza si stava facendo sentire e quella sclerata in salotto di certo non aiutava.

“Ma lo spirito del Natale futuro non era quello silenzioso? E allora perchè tu parli?” Lei lo fissò seria.

“Mi sento offesa.” lui sospirò.

“Scusa, ma sono stanco e...”

“Fa niente, l'offesa resta. Pagherai... anyway, se vuoi una silenziosa non dovevi pensare a me. Ribadisco il concetto... andiamo.”

“Che intendi dire per pagherai?” lei fece spallucce.

“Non lo so, ci penserò. Adesso possiamo andare? Devo tornare a fare una torta per il tuo compleanno...domani ho un meeting con le mie amiche. Su, su!”

Senza aspettare che Jared andasse da lei, lo spirito lo accalappiò per la mano ed iniziò a tirarlo verso l'esterno.

Distrutto si lasciò portare: il mondo attorno a loro divenne scuro, un vorticante nero che travalicava tempo e spazio. Sentì la mano della ragazza stringerlo frenetica, come se avesse paura di perderlo. Lui sperava proprio che succedesse. Quella tipa la spaventava.

“Dove siamo?”

Erano arrivati in un vialetto pieno di villette monofamiliari. Il tepore faceva capire che erano ancora a Los Angeles. Sembrava un posto tranquillo, di quei quartieri dove vivano solo le famiglie felici e non uno scapolo come lui.

“Siamo vicino a casa di Shannon.”

“SHANNON?” urlò al vento. “E che cazzo ci sta a fare qui?”

“Ci vive, ovviamente. Che razza di domande fai? Sai, sto iniziando seriamente a pensare che la tua intelligenza sia sovrastimata.”

“Sei simpaticissima, lo sai?”

“Sarcasmo che cola, Leto...” mormorò lo spirito, ma non perse il sorriso fiducioso. “Eccoci qui. Guarda dentro.”

Jared, dalla finestra, vide un salotto che assomigliava vagamente a quello di sua madre: una tavola imbandita, un albero nell'angolo pieno di regali ai suoi piedi, un bel tappeto morbido, e un sacco di decorazioni.

Seduti al tavolo stavano Shannon, a capo tavola, sua madre di fronte a lui, la nonna, che ancora resisteva caparbia, una donna dai capelli chiari e gli occhi verdi e una bambina.

“Chi sono?”

“Come chi sono? È la sua famiglia. Vieni, andiamo dentro.”

In men che non si dica si ritrovò nel salotto: un profumino paradisiaco proveniva dalla cucina accanto.

Jared guardò Shannon: era un po' invecchiato, era più stempiato di come lo aveva visto il giorno prima e con delle piccole rughe a lato degli occhi. Per la prima volta lo considerò proprio vecchio, ma mai come sua madre e sua nonna. Dovevano essere passati parecchi anni, anche perchè non si sarebbe spiegato il motivo della bambina. Che fosse sua nipote era un dato di fatto: era il ritratto sputato di Shan.

“Nonna Constance, perchè lo zio Jared è sempre di cattivo umore?”

“Perchè... perchè è solo.”

“E perchè non è venuto con noi? Non sarebbe stato più solo.”

Jared vide che la moglie di Shannon lanciò un'occhiata al Marito che stava borbottando tra sé, probabilmente maledicendolo perchè non poteva dire apertamente quello che pensava su tutta la faccenda. Orecchie candide non erano ancora pronte a sentire la rabbia totale di cui era capace.

“Sai piccola, Jared è sempre stato un bambino solitario.” iniziò la nonna Ruby con un pesante accento del sud. “E da tanti anni ha abbandonato il Natale e il suo significato. Solo che...”

“Solo che è stato così stupido da portare il suo malumore dal Natale alle altre feste e al resto dei giorni.” Terminò Shannon a labbra strette.

“Mamma! Papà ha detto una parolaccia!” e rise, dimentica di tutta la situazione. “Lo zio è antipatico.” E così chiuse la discussione, buttandosi felice sul gelato.

“Io non sono antipatico.” fece Jared allo spirito.

“Ah no? Sai che da quando è nata tua nipote l'avrai vista forse una decina di volte? E abita a Los Angeles come te. É logico che ti veda come un antipatico orco cattivo, non ci sei mai. Ma non abbiamo finito. Vieni, andiamo a vedere la situazione con l'altra tua famiglia.”

“Altra famiglia? E quale sarebbe?”

Lo spirito si fermò e per la prima volta lo guardò con uno sguardo serio, quasi triste.

“Gli Echelon. Loro, nonostante tutto, non ti hanno mai abbandonato.” e si voltò andando sicura verso una casa completamente buia.

“Nonostante tutto? Ehy, spirito, che cazzo vuol dire?” La seguì nella casa vuota e si guardò attorno. Foto di bambini, foto di famiglia, giochi sparsi, cucina linda. “Si può sapere dove siamo adesso? Non vedo Echelon qui, a parte te.”

“Sono i vicini di casa di tuo fratello. Sono andati in Michigan a trovare i parenti. La casa è vuota. Mi serviva un PC.” Infatti accese immediatamente il computer che si azionò con un bip. “Certo che questi cosi sono decisamente migliorati negli anni. Allora... aspetta che capisco come connettermi... ah si. Ecco.” si era posizionata davanti allo schermo piatto e Jared capì subito che si trovava a suo agio con la tecnologia. “Dunque... www.ciacolaconme.com wow, velocissimo sto coso, mica come il mio che è un bradipo... connessione di merda.” Jared ridacchiò e poi guardò quella pagina strana.

“E' un nuovo social Network?”

“Si, il Twitter del futuro. Diciamo che era l'ultimo mezzo che avevi preso ad usare. In realtà è da quando hai... sciolto i Mars che lo usi poco.”

“COSA AVREI FATTO IO????” lei sospirò.

“E' successo il Natale del 2011... sai, un anno pieno di tour, pochissime pause, molto stress. È arrivato il Natale con il suo carico di repressione, almeno per te, e sei esploso. Bum, basta album, basta concerti. Per un anno non ti si è visto o sentito, sei andato in pellegrinaggio, più o meno.” Jared sentì un dolore profondo nella sua voce. “Poi sei tornato, ma solo per abbandonare tutto. Ti sei dato alla semplice carriera di regista. E continui a fare quello. La musica l'hai abbandonata. E non solo, hai abbandonato tutti noi, tutti coloro che credevano in te.”

“Non ci posso credere... non farei mai una cosa simile.”

“Oh invece lo farai se continuerai sulla tua strada di Orco Natale, perchè scoppierai proprio alla Vigilia di Natale additando alle feste il tuo malumore. Del resto... hai un caratteraccio sotto le feste, ce l'ha detto pure Gerard.”

“Uhm... quel maledetto io lo ammazzo.”

“Comunque guarda qui. Questa è la tua pagina e sotto ci sono tutti i commenti.”

Jared vide una lunga lista di nick, alcuni conosciuti, altri no. Tutti loro gli auguravano ogni bene, facevano citazioni delle sue canzoni, gli chiedevano se stava bene. Gli volevano bene.

E un sentimento caldo lo invase, un sentimento simile a quello che provava quando stava con sua madre e suo fratello, qualcosa che associava irrimediabilmente alla parola Casa.

“Visto, come dicevo prima, nonostante tutto crediamo ancora in te e al tuo messaggio. È un peccato che non ci creda più tu.”

Jared continuò a guardare lo schermo e a leggere le varie cose che gli Echelon di tutto il mondo gli avevano scritto. E trovò anche lo spirito del Natale Futuro.

“Monica eh?”

“Sì... ti scrivo ogni giorno, ma tanto non rispondi mai, in realtà non mi ha mai risposto neanche ai tempi di Twitter... in effetti credo di starti altamente sulle palle. E si che io ti adoro, invece. Bah...” Spense il Computer e rimise a posto la sedia.

“Non è vero, non mi stai antipatica, è solo che... bho, mi viene più comodo fare RT alle stesse persone.”

“Che culo! Quindi posso mettermi il cuore in pace, mi stai dicendo. Basta, il nostro amore termina qui.” Jared la fissò stralunata.

“EH?”

“Certo è, però, che se non hai niente da fare una sera di queste... bhe mi propongo per il Remake di Hurricane.” Jared notò dal suo sorriso che non scherzava affatto.

“Ti terrò in conto.”

“YUPPIE! Vedi, basta poco per far felice una donna! Come on, baby, go to home! WOOHOOO!”

Jared si mise a ridere: quella era folle.

Oddio, tutta la serata era stata folle, non solo l'ultimo spirito.

Poteva essere tutto vero quello che lei gli aveva detto? Avrebbe veramente sciolto la sua band? E avrebbe veramente dimenticato la sua famiglia diventando un vecchio antipatico?

“Bene, il sole sta per sorgere e io devo andare a finire la torta. Fai il buono, mi raccomando... rispondi a qualche echelon diversa!” sparì in un nulla lasciandolo sullo zerbino di casa in pigiama.

Sbadigliò entrando e si infilò sotto le coperte.

La sveglia faceva le 06: 57.


 
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